La diagnosi del medico: frattura del carpo, probabilmente dovuta all’attività faticosa svolta nel corso degli anni. La mano destra viene operata una prima volta senza grandi benefici. Seguono altre due operazioni con autotrapianto osseo, sedute di fisioterapia e numerose altre cure. I dolori si attenuano un po’, ma i movimenti della mano restano molto limitati e non migliorano. E come se non bastasse, nel 2009 Domenico Rizza viene licenziato. Durante quel periodo Rizza è sull’orlo di una crisi di nervi. La sofferenza non è soltanto fisica, ma soprattutto psicologica. Passa mesi a inviare curricoli nel vano tentativo di trovare un nuovo impiego. Ma «molte aziende mi hanno risposto che avevano bisogno di gente sana... ».
Nel 2010 Domenico Rizza legge un annuncio di lavoro della ditta Dipl. Ing. Fust SA, che cerca un addetto alla logistica. Il case manager della Suva conosce bene l’azienda per esperienza diretta e aiuta Rizza a candidarsi. Con successo: Rizza viene assunto dapprima nel reparto spedizione e dopo qualche tempo inizia a lavorare come carrellista. Due attività che riesce a svolgere senza sforzare eccessivamente la mano compromessa. L’«iniziativa reinserimento professionale» della Suva permette a Rizza di trovare una nuova attività lavorativa. Nei primi mesi, il nuovo datore di lavoro può contare su un contributo finanziario da parte della Suva perché aiuta un assicurato infortunato a reinserirsi nel mondo del lavoro. Dopo un anno di prova la Fust decide di assumere definitivamente Domenico Rizza. Il processo di reinserimento si conclude definitivamente, e in modo positivo. «Sono davvero felice di aver avuto questa opportunità» sottolinea Domenico Rizza. Certo, non riesce ancora a muovere il polso come vorrebbe, ma il nuovo impiego ha comunque aiutato il padre di famiglia a ritrovare la gioia di vivere.