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Grande competizione intorno alla Suva a Lucerna

All'inizio del Novecento Lucerna era una città in piena espansione: nel 1913 contava 45 000 abitanti e in più venne designata come sede del nuovo Istituto di assicurazione contro gli infortuni. Di conseguenza la competizione per trarre il massimo vantaggio dall'arrivo della Suva fu assai forte, soprattutto tra i quartieri e i proprietari fondiari lucernesi intenzionati a vendere.

Indice

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      Vista dall'alto della città, di Joseph Placidus von Segesser, prima del 1852

      Non si fece in tempo a ultimare la costituzione del Consiglio di amministrazione e ad avviare il progetto di costruzione della nuova sede principale, che la Commissione costruzioni ricevette «offerte per circa dieci fondi». Le offerte salirono poi a 17 e alla fine di maggio del 1913 la Direzione e la commissione «Edilizia» operarono una prima selezione: «Dopo un sopralluogo, tutte le proposte sono giudicate non idonee ad eccezione di tre».

      Inizialmente si considerò di costruire un nuovo palazzo in condivisione con la Banca nazionale sulla Pilatusstrasse, il nuovo viale principale della città realizzato nel 1896 dopo la costruzione della stazione di Lucerna. I due istituti avevano però esigenze troppo diverse, e inoltre la progettazione e la realizzazione della sede nella zona paludosa del torrente Krienbach avrebbero richiesto troppo tempo; la Banca nazionale inaugurò la propria succursale a Lucerna solo nel 1922.

      Una città con grandi obiettivi

      Il municipio di Lucerna propose un fondo di enorme valore nella stessa zona della città: l'area accanto alla stazione, dove sorgeva il Museo della guerra e della pace (oggi KKL). La città, proprietaria del fondo, vi fece effettuare le verifiche per la costruzione di un nuovo palazzo amministrativo che avrebbe accorpato la Posta, la Banca nazionale e la Suva. L'allora sindaco di Lucerna, Hermann Heller, definì quel sito come «la soluzione migliore». «Solo quel luogo può valorizzare al massimo l'Istituto di assicurazione contro gli infortuni» scrisse il 1° febbraio 1913. Il prezzo di 400 franchi al metro quadrato venne ritenuto eccessivo e la città si escluse da sola dai possibili fondi appetibili per la Suva.

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      La Bahnhofplatz con il Museo della Guerra e della Pace

      Giunsero offerte anche dai quartieri Obergrund e Halde. Come indicato nei verbali del Consiglio di amministrazione della Suva, i fondi nel quartiere dell'Obergrund non erano idonei perché scarsamente illuminati il pomeriggio, mentre quelli nella zona della Halde si trovano in un quartiere destinato espressamente a ville e alberghi. Un altro sito dietro la chiesa principale di Lucerna - la Hofkirche - fu bocciato perché non furono ancora realizzate le necessarie vie di accesso.

      Delle tre offerte rimanenti fu scartata anche quella del Consiglio di Stato di Lucerna, che aveva proposto «la cessione dell'edificio della Scuola cantonale nella parte alta del quartiere Hirschengraben al prezzo di 940 000 franchi». Ma anche in questo caso il fattore tempo risultò determinante: il cantone avrebbe dovuto prima costruire un nuovo edificio scolastico, e la Suva si sarebbe trovata a dover effettuare grossi lavori di ristrutturazione e adattamento.

      Vögeligärtli o Fluhmatt?

      Il 28 maggio 1913 il Consiglio di amministrazione si trovò così a valutare due opzioni: il «sito presso la vecchia officina del gas» (dove oggi sorge la Biblioteca centrale e universitaria, ZHB) e la residenza barocca «Fluhmatt» di Ludwig zur Gilgen.

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      Già all'inizio del dibattito emerse chiaramente che il Consiglio di amministrazione era interessato alla Fluhmatt. La vecchia officina del gas apparteneva alla città di Lucerna, rappresentata anche nel Consiglio di amministrazione della Suva dal municipale Josef Albisser. La città cercò di rendere più interessante l'acquisto della particella di forma quadrata e dimensioni pari a 3280 metri quadrati, abbassando il prezzo di vendita dai 400 000 franchi iniziali a 328 000 e infine a 300 000 franchi.

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      L'asso nella manica del Sempachergarten (un parco pubblico comunemente noto con il nome di «Vögeligärtli») era la sua posizione centrale. Furono reputate «meno favorevoli» le condizioni della falda acquifera e del terreno di costruzione, oltre alla scarsa libertà di progettazione dovuta all'altezza degli edifici abitativi intorno al Sempachergarten. (Planimetria della sede alternativa Himmelrichmatte)

      Albisser insistette, facendo presente che «tre quarti della popolazione caldeggiava una sede in centro città, che il Consiglio comunale aveva già indetto una seduta straordinaria per chiarire le questioni in sospeso e che anche le limitazioni di progettazione non erano da considerarsi un punto a sfavore del sito: «L'altezza di costruzione stabilita dalla legge non rappresenta una motivazione valida ..., poiché all'atto pratico, se le condizioni lo richiedono, il più delle volte può essere superata». Paul Usteri, presidente del Consiglio di amministrazione della Suva, ribatté durante la seduta del 25 giugno 1913 che sarebbe stato imprudente affidarsi a una simile prassi.

      Competizione tra le associazioni di quartiere

      Nel dibattito sulla designazione della sede intervennero anche le associazioni di quartiere. A favore della vecchia officina del gas si schierarono le associazioni dei quartieri Obergrund, Hirschmatt e Kleinstadt; durante le discussioni del Consiglio di amministrazione giunse anche una lettera del sindaco. Per la Fluhmatt parteggiarono invece le associazioni dei quartieri Hochwacht, Centralgrossstadt e Halde. I quartieri della sponda destra della Reuss asserirono che in questa zona il futuro istituto sarebbe stato protetto dai rumori del traffico cittadino, pur restando nelle immediate vicinanze del centro città.

      A difesa della propria posizione, l'associazione del quartiere Centralgrossstadt precisò inoltre in una lettera separata che il quartiere Kleinstadt, con la stazione e la Banca nazionale,si era già accaparrato tutti gli edifici pubblici,mentre la parte di Lucerna sulla sponda destra del fiume non doveva essere esclusa per sempre. Se ora anche la «Gesellschaft für Handel und Industrie» (Società per il commercio e l'industria) rappresentava gli interessi della sponda sinistra, si doveva protestare pubblicamente contro un simile affronto.

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      Perizia nettamente a favore della Fluhmatt

      In tal senso si pronunciò anche una perizia esterna, effettuata a giugno del 1913 dall'architetto zurighese Hermann Weideli su incarico del Consiglio di amministrazione della Suva. Weideli affermò che la zona circostante la sede della vecchia officina del gas è piuttosto sfavorevole, mentre la ‹Fluhmatt› sorge in una posizione ideale per costruire un edificio pubblico; una situazione analoga a quella del Politecnico federale di Zurigo.

      Il 25 giugno 1913 il Consiglio di amministrazione scelse l'opzione Fluhmatt con 31 voti favorevoli e 5 contrari; il 7 luglio 1913 fu stipulato il contratto di compravendita con Marie zur Gilgen nata Ambühl, moglie di Ludwig zur Gilgen, proprietaria dell'immobile Fluhmatt. Tra l'altro, all'epoca la Suva non si chiamava ancora così nei documenti ufficiali, bensì «S.U.L.» («Schweizerische Unfallversicherungsanstalt Luzern», Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni Lucerna).

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      Un rapido profitto subito dopo l'eredità?

      La preferenza accordata alla Fluhmatt non mancò di attirare critiche. Fece discutere soprattutto il prezzo di vendita, che Ludwig zur Gilgen decise di non abbassare anche dopo una lunga serie di trattative: per la proprietà, con 14 915 metri quadrati di terreno, due edifici abitativi, un edificio più piccolo e un fienile, volle 425 000 franchi.

      A levare gli scudi furono i sostenitori del sito all'interno dell'officina del gas, poiché zur Gilgen aveva acquisito la Fluhmatt solo due anni prima dall'eredità Ambühl per la modica cifra di 230 000 franchi. Per due volte, ricordò Josef Albisser, si era tentato invano di vendere l'immobile all'asta; nessun acquirente era disposto a sborsare neppure 225 000 franchi. Inoltre la proprietà si trovava nei pressi di un birrificio, che rilasciava fumi e odori sgradevoli. Jakob Blattner, impresario costruttore in seno al Consiglio di amministrazione della Suva e anch'egli municipale di Lucerna, fece per contro notare che un'impresa edile aveva poco tempo prima offerto 400 000 franchi per l'immobile.

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      Fluhmatt, prospettiva dall'Inseli, 1910

      Una «silhouette ideale» per la città

      Sin dall'inizio, la posizione era un punto a favore della Fluhmatt. A livello di luce e ventilazione è quanto di meglio si possa avere, si disse in occasione della prima proposta della Commissione amministrativa; qui inoltre l'Istituto aveva tutta la libertà di disporre gli edifici secondo le proprie esigenze, anche tenendo conto della fisionomia della città. Neppure le dimensioni della particella rappresentavano un ostacolo, tanto più che offrivano varie possibilità di ampliamento.

      Nella sua perizia, Weideli sottolineò che la posizione centrale non era un aspetto di primaria importanza, poiché l'afflusso di pubblico si sarebbe mantenuto entro limiti piuttosto ristretti. Hermann Häberlin, medico zurighese e rappresentante della Confederazione in seno al Consiglio di amministrazione della Suva, ritenne che la scelta della sede rispecchiasse anche l'interesse della città, poiché creava una silhouette ideale per la sua fisionomia, su quella collina meravigliosa, preservandola da un'eventuale deturpazione dovuta a edifici di scarsa qualità artistica.

      Simili argomentazioni furono addotte anche dall'associazione «Innerschweizer Heimatschutz», dedita alla protezione del paesaggio della Svizzera centrale. Wilhelm Amrein, direttore del Giardino dei ghiacciai di Lucerna e presidente della suddetta associazione, si schierò personalmente a difesa del sito della Fluhmatt affinché questo luogo stupendo non cada vittima della speculazione privata. L'assemblea annuale del 1° giugno 1913 presso il municipio di Sursee approvò la volontà di costruire l'edifico amministrativo dell'Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni alla Fluhmatt, con la sua ampia vista sopra il Musegg. Come indicato nel verbale, l'associazione preferiva un edificio monumentale caratteristico, ornato da graziosi giardini antistanti, piuttosto che un insieme disomogeneo di costruzioni realizzate in tanti stili diversi.

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      Un palazzo rappresentativo, ma non simile a una reggia

      In quel momento, tuttavia, quasi nessuno pensava a una silhouette monumentale. Le istanze incaricate dell'esame preliminare ritennero di dover costruire un edificio adeguato al compito e alla finalità dell'Istituto, ma non lussuoso o simile a una reggia, si affermò nella proposta al Consiglio di amministrazione del 20 maggio 1913.

      Poiché l'edificio non aveva alcuna rilevanza artistica, non era necessario indire un concorso generale rivolto a tutti gli architetti svizzeri, suggerirono le commissioni amministrativa ed edilizia. Ci si poteva limitare a una semplice gara destinata agli architetti lucernesi:

      «A Lucerna operano numerosi architetti che sono perfettamente in grado di competere con successo e di rendere onore all'Istituto e alla sua sede nel pieno rispetto dello stile tipico dell'edilizia lucernese.»

      Paul Usteri riconobbe l'importanza urbanistica dell'edificio, e il 28 maggio 1913 sottolineò che esso doveva anche promuovere efficacemente lo sviluppo edilizio della città di Lucerna. Le esigenze operative, tuttavia, erano prioritarie e soprattutto l'amministrazione centrale e l'agenzia generale dovevano trovarsi nello stesso edificio, per far sì che l'amministrazione centrale potesse rimanere in contatto costante e profondo con la vita quotidiana della gente.

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      Foto aerea di Lucerna del 1919, di Walter Mittelholzer

      All'epoca la commissione «Edilizia» della Suva partiva dai presupposti seguenti:

      • amministrazione centrale e agenzia con 145 impiegati, 16 metri quadrati netti per posto di lavoro
      • locali amministrativi: 380 metri quadrati
      • aree espositive per attrezzature destinate alla prevenzione degli infortuni: 400 metri quadrati
      • superficie netta complessiva: 3100 metri quadrati, aumentata della metà (calcolo sulla base dell'edificio delle Strade ferrate federali di Berna) e arrotondata per eccesso, ovvero 5000 metri quadrati
      • altezza media dei piani pari a 4 metri (inclusi scantinato e sottotetto), per una volumetria di 20 000 metri cubi
      • costi di costruzione pari a 38 franchi al metro cubo, ovvero 760 000 franchi più acquisto del terreno, area circostante e mobilia