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7 aprile 2022 | di Jean-Luc Alt

Punture di zecche: che cosa paga l'assicurazione?

La stagione delle zecche comincia con l'arrivo delle belle giornate in primavera. Purtroppo la puntura di questo acaro può avere spiacevoli conseguenze per chi ne rimane vittima. Che fare quando si scopre una di queste bestiole attaccata alla pelle?

Indice

Sebastien Eich

Sébastien Eich, medico del lavoro alla Suva, fornisce alcune indicazioni in caso di puntura di zecche.

Sébastien Eich, medico del lavoro alla Suva, fornisce alcune indicazioni preziose sul da farsi e su come comportarsi in caso di puntura di zecche, in particolare per quanto riguarda la presa a carico dell'assicurazione. 

La puntura di zecche: è sempre un infortunio?

La puntura di zecche è considerata un infortunio. «Si tratta, infatti, di un influsso dannoso, improvviso e involontario, apportato al corpo umano da un fattore esterno straordinario. Se necessita di cure, un tale evento deve essere annunciato all'assicurazione infortuni della persona che ne è rimasta vittima il più rapidamente possibile». Per assicurare una gestione corretta del caso, è indispensabile che la vittima collabori apertamente con la sua assicurazione dimostrando trasparenza in merito alla sua cartella clinica.

Documentare il caso

In caso di dubbi o di sintomi particolari, è importante documentare l'accaduto con la massima accuratezza possibile indicando la data esatta e il luogo della puntura, scattando qualche foto e prendendo appunti su come si evolve. Dopo aver effettuato le prime constatazioni, la zecca può essere rimossa. Un'app mobile sviluppata dalla ZHAW (l'Università di scienze applicate di Zurigo) chiamata «Zecke»   (Zecca) consente di documentare la propria puntura in un apposito diario. Spiega anche come rimuoverla e prevenire le punture.

Consultare il medico

Non è necessario recarsi dal medico se la zona interessata dalla puntura non presenta un'evoluzione sfavorevole e in assenza di sintomi particolari. «Invece, se compare una macula rossa con un centro chiaro ben delimitato nell'arco di 3-30 giorni dalla puntura, eventualmente accompagnata da sintomi influenzali, febbre o altro, è opportuno consultare il proprio medico. In assenza di un contestuale eritema migrante (rossore), questi sintomi influenzali non sono probabilmente collegati alla borreliosi, pertanto non sono presi a carico dalla Suva. Probabilmente il medico prescriverà un antibiotico».

Presa a carico o no?

Come procederà la Suva in caso di malattia (borreliosi, meningoencefalite da zecche o altro) in conseguenza di una puntura di zecche? «Se un assicurato dichiara di aver subito un danno alla salute dopo una puntura di zecche, spetta al perito medico valutare se i disturbi constatati sono veramente dovuti all'evento dichiarato. In assenza di evidenze scientifiche, questo medico dovrà quindi stabilire se esistono prove preponderanti che permettano di stabilire un nesso causale tra la puntura notificata e i danni subiti.»

La borreliosi o malattia di Lyme può diventare cronica se non è curata nello stadio iniziale con antibiotici. «In rari casi possono manifestarsi disturbi, come alterazioni della pelle e dolori articolari, anche anni dopo la puntura della zecca. La diagnosi della malattia di Lyme e l'esistenza o meno di un nesso causale si basano quindi essenzialmente sulla cronologia e l'evoluzione di queste alterazioni nonché sui risultati delle analisi di laboratorio».

Nesso causale

Un presunto rapporto tra una malattia e la puntura dichiarata non è tuttavia sufficiente a garantire la presa a carico da parte dell'assicurazione. «Per dimostrare che questi disturbi, spesso di vario tipo e non specifici, sono la conseguenza dell'evento notificato, il perito medico deve conoscere bene i fatti e documentare lo stato di salute della vittima prima e dopo la puntura. Per questo motivo l'assicurazione infortuni può chiedere numerosi rapporti sui consulti e sugli esami di laboratorio. Lo specialista potrà quindi prendere una posizione sul nesso causale appellandosi a una serie di argomenti fondati su conoscenze e raccomandazioni scientifiche».

La prevenzione prima di tutto

In virtù della legge e del principio della parità di trattamento tra gli assicurati, la Suva è tenuta a indagare qualunque problema di salute, borreliosi, meningoencefalite da zecche o altro, per dimostrare un nesso causale preponderante tra la puntura di zecche e la malattia contratta. Potrà prendere a carico il caso soltanto quando tale nesso sarà dimostrato. Se, invece, non sarà possibile dimostrarlo, il caso non potrà essere riconosciuto.

«Per evitare di arrivare in una situazione estrema, alcune semplici regole permettono di proteggersi dalle zecche e dalle conseguenze della loro puntura: 

  • Evitare il sottobosco e le sterpaglie nel bosco e in giardino per non entrare in contatto con le zecche.
  • Indossare abiti di colore chiaro (su un fondo chiaro le zecche sono più visibili e possono essere più facilmente rimosse prima di avere il tempo di pungere).
  • Spruzzare un repellente contro le zecche sulla pelle e sui vestiti.
  • Esaminare accuratamente la pelle dopo qualunque attività nel bosco o in giardino.
  • Se la zecca è attaccata alla pelle: rimuoverla il più rapidamente possibile utilizzando la speciale pinza per zecche o una pinzetta.»

Infine, sebbene non riduca il rischio di essere punti, si raccomanda di farsi vaccinare contro la meningoencefalite primaverile-estiva (FSME). «Per questa malattia rara ma grave non esiste una cura specifica. Il mezzo migliore per evitarla è la vaccinazione».

Informazioni di prevenzione

Pagina tematica: www.suva.ch/zecche .  
Applicazione Zecke un'app mobile sviluppata dalla ZHAW (l'Università di scienze applicate di Zurigo). 

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