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Reinserimento: diventare più forti superando le difficoltà

Nel 2011 Baptiste Delalay ha avuto un incidente con la sua moto. La diagnosi: paraplegia. Eppure, invece di arrendersi, ha imboccato una nuova strada e si è convertito in life coach.

Jean-Luc Alt; Fotos: Dominic Steinmann
02.04.2025
ca. 4 min

Indice

Una paraplegia causata da una lesione all’altezza del torace comporta molte altre limitazioni oltre al dover stare in sedia a rotelle, in quanto condiziona anche il funzionamento dell’intestino, della vescica e di alcuni muscoli. «All’inizio non ne ero consapevole» ricorda Baptiste Delalay, «ma l’ho capito in fretta».

Riconquistare l’indipendenza

Dopo una settimana nell’unità di Cure Intensive dello CHUV, Baptiste è stato trasferito all’ospedale di Sion. Quattro giorni dopo è approdato alla Clinique romande de réadaptation (CRR), che sorge lì accanto. Sapeva già che non avrebbe più potuto esercitare la sua professione di lattoniere. «Ma mi sono detto: la testa e le braccia funzionano ancora». Dentro di sé, era convinto che prima o poi sarebbe riemerso da quel limbo.

Fra i pazienti della CRR c’erano molte persone giovani. «Come loro, anche io sentivo il forte desiderio di essere indipendente. Volevo riconquistare la mia autosufficienza e imparare il prima possibile a muovermi in sedia a rotelle. Ma dovevo avere pazienza». Baptiste ha conosciuto altre due persone con mobilità ridotta. Una soffriva molto per la propria condizione, l’altra riusciva a godersi pienamente la vita e aveva persino trovato un nuovo lavoro.

Toccare il fondo

«A quel punto ho capito che dipendeva solo da me diventare l’uomo che volevo essere». Baptiste ha deciso di prendere in mano la propria vita, concentrarsi sugli aspetti positivi e trovare il modo di fare ciò che lo realizzava. In questo periodo ha letto «Conversazioni con Dio», un libro che porta a scoprire la dimensione della spiritualità.

Grazie a questo passo, è riuscito a fare pace con se stesso e con i propri sentimenti. «Dovevo prima toccare il fondo per poter risalire. Questo libro mi ha aiutato ad accettare ciò che era successo». Da qui è partito il suo percorso di spiritualità. Presto, però, Baptiste ha capito che aveva bisogno di strumenti concreti per progredire. Così ha iniziato a occuparsi di sviluppo della personalità.

Crescere continuamente

«Ho iniziato a cercare in YouTube dei video sull’argomento. Alla mattina li guardavo e durante la giornata mettevo in pratica ciò che avevo appreso». In seguito, Baptiste ha partecipato a conferenze e seminari e ha deciso di frequentare una scuola di coaching.

Con il tempo, ha iniziato a fare da coach ai partecipanti alle conferenze, finché un giorno è salito sul palco come relatore. «Non è stato facile parlare davanti a un pubblico. Ma raccontando della mia disabilità e della mia vita, ho acquisito una maggiore consapevolezza, e pian piano mi sono fatto un nome».

Baptiste ha iniziato ad assumere piccoli incarichi presso varie aziende, poi ha avviato una vera e propria attività di personal coach, lavorando fra l’altro per il Centre Valaisan de Perfectionnement Continu. «Guardando indietro alla mia storia, posso dire che questo cambiamento della mia identità professionale è stato un processo del tutto naturale».

Oggi Baptiste tiene conferenze che gli permettono di rivolgersi a una platea numerosa di persone di ogni età. «Mia moglie Marlène e io andiamo anche nelle scuole per spiegare cos’è una disabilità e cosa significa conviverci. Per lei è importante anche raccontare com’è la vita con una persona in sedia a rotelle e cosa significa nel suo caso».

Riconoscere le opportunità

In ultima analisi, l’incidente ha offerto a Baptiste l’opportunità di conoscere meglio se stesso. L’ha anche costretto a fare i conti con il modo in cui lo guardano gli altri. «Quando ho capito che non avrei più potuto camminare, mi sono angosciato tanto pensando a come mi avrebbero visto gli altri. Ma ho imparato molto in fretta a non farmi inibire da questo aspetto e a focalizzarmi sulla mia riabilitazione».

Oggi Baptiste è convinto che ogni persona ha in sé le risorse per guardare avanti, per crescere continuamente e diventare più forte misurandosi con le difficoltà. «Non importa quali ostacoli devi superare: dietro c’è sempre un’opportunità. Se non la intravedi subito, abbi pazienza. Con il tempo saprai riconoscerla».

Realizzare i sogni

«Nel 2017 ho fondato un’associazione che si chiama Para no Limit.» La visione a cui si ispira è quella di rivoluzionare l’idea della disabilità e di presentarla in una chiave moderna, più attuale. Lo aiutano amici d’infanzia, un collega dei tempi della formazione e sua moglie Marlène. In sostanza, la loro attività consiste nell’esortare tutti attraverso contenuti stimolanti – video, foto, articoli o contributi – a uscire dalla propria comfort zone e realizzare i propri sogni. «Motivare le persone con o senza disabilità: questo è il nostro scopo».

Oggi Baptiste ha 33 anni. «Con Para no Limit vorrei rendere la natura più accessibile alle persone nella mia condizione, perché so che anche in sedia a rotelle possiamo fare davvero tutto, benché in modo diverso».

Para no Limit

Il primo progetto dell’associazione Para no Limit  (sito web in francese) è stato un volo in parapendio da 4000 metri di altezza. L’idea era quella di mostrare che anche una persona paraplegica può fare cose fuori dall’ordinario e vivere grandi emozioni.

Il secondo progetto di Baptiste e della sua organizzazione è attualmente in fase di attuazione: questa volta si tratta di dare a persone in sedia a rotelle l’opportunità di accedere all’acqua, per andare in canoa o semplicemente fare il bagno. Perché chi ha una mobilità ridotta deve avere modo di godersi la natura proprio come tutti gli altri.

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