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24 aprile 2019 | di von Stefanie Egli

Fallimenti pilotati: le contromisure della Suva

I casi di fallimenti pilotati sono in aumento, a tutto svantaggio di chi paga onestamente i premi. Un fenomeno che la Suva si impegna a contrastare.

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      La ditta PGesso SA naviga in cattive acque finanziarie, in particolare perché due clienti importanti hanno annullato i loro ordini. Il titolare Filippo P. è disperato: non è più in grado di pagare gli stipendi ai suoi collaboratori, per non parlare dei premi assicurativi della Suva. A dire il vero nella sua situazione dovrebbe dichiarare fallimento, ma teme l'impatto che questo passo avrebbe fra l'altro sulla sua reputazione. Cercando una soluzione su Internet si imbatte in un sito di un giurista che offre una soluzione «semplice e pulita»: un nuovo direttore sarebbe disposto a riprendere l'azienda per soli 6000 franchi. In questo modo, l’avviso obbligatorio in caso di insolvenza verrebbe trasferito alla nuova dirigenza. Filippo P. non vedrebbe più minacciata la propria reputazione e potrebbe fondare una nuova ditta. Accetta la proposta ed è felice di aver trovato una soluzione del tutto priva di conseguenze negative. Oppure si sbaglia?

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      Cos'è un intermediario?

      È una persona che fa incontrare il direttore di un'azienda indebitata e un prestanome, e dice a quest'ultimo ciò che deve fare. Gli intermediari sono spesso giuristi o contabili che sanno come funzionano gli affari.

      I creditori e la Suva restano a bocca asciutta

      Filippo P. non sa che la procedura non è poi così «pulita» come sostenuto sul sito web. Il giurista cambia dapprima il nome della ditta e la trasferisce in un altro cantone, poi la trasforma da impresa di gessatura a carrozzeria. Così facendo ritarda le richieste di pagamento della Suva e degli altri creditori. Versa 1500 franchi a un sedicente imprenditore, a cui il destino della ditta interessa ben poco. Egli ordina cinque tablet e dieci cellulari a spese della ditta. Dopo poco tempo la ditta viene sciolta d'ufficio. A questo punto i creditori non hanno più alcuna chance di ricevere i loro soldi.

      I casi sono in aumento

      Oltre agli imprenditori che vendono la loro ditta a un prestanome perché sono sopraffatti o ignari delle conseguenze, vi sono anche reti organizzate che non onerano sistematicamente e consapevolmente gli impegni, come ad esempio i premi dell'assicurazione infortuni. «Negli ultimi anni i casi di bancarotta fraudolenta e cattiva gestione sono notevolmente aumentati» afferma Thomas Bächler, capo Settore logistica premi alla Suva. Circa due terzi delle ditte coinvolte sono assicurate alla Suva. Negli ultimi anni, i soli casi più eclatanti sono costati agli assicurati che pagano onestamente i premi 5,5 milioni di franchi. Per la piazza economica svizzera il danno è di gran lunga maggiore.

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      Cos'è un prestanome?

      È una persona che rileva una ditta piena di debiti per pochi soldi. In seguito, per conto della ditta effettua acquisti che non è in grado di pagare e attende fin quando la ditta verrà sciolta a spese statali. Per designare questo fenomeno si parla anche di «fallimenti seriali» o «fallimenti a catena».

      Ecco come reagisce la Suva

      Thomas Bächler: «Vogliamo tutelare chi paga correttamente i premi. Per questo cerchiamo di impedire questi intrighi con misure preventive». La Suva interviene ad esempio segnalando ai direttori privi di esperienza la necessità di rispettare gli obblighi contabili. Per le ditte attive da più anni vi è la possibilità di verificare la contabilità, a condizione ovviamente che sia disponibile. Queste misure sono efficaci solo se chi fonda una ditta non è intenzionato fin dall'inizio a portarla alla rovina. In questi casi, spesso non rimane altro che optare per una denuncia penale. Negli ultimi anni la Suva ha presentato varie denunce penali contro i prestanome. In alcuni primi casi sono già state pronunciate condanne, mentre in molti altri sono ancora in corso le indagini. «Siamo convinti che le denunce penali hanno un effetto preventivo» sottolinea Thomas Bächler.

      Frodi assicurative? No grazie!

      • Chi percepisce prestazioni che non gli spettano dopo aver rilasciato intenzionalmente dichiarazioni false o aver nascosto dei fatti si rende colpevole di frode assicurativa.
      • La Suva esamina in modo accurato i casi sospetti e valuta se sporgere denuncia.
      • Lottare con rigore contro i casi di frode assicurativa tutela gli assicurati onesti, che sono la maggioranza, e consente di risparmiare milioni di franchi.

      Trovate maggiori informazioni sul nostro sito dedicato alle frodi assicurative

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